Balestra
STORIA:
La balestra manesca cosiddetta "di transizione", risale ad un periodo compreso tra la fine del '400 e gli inizi del '500 e fu in uso sui campi di battaglia di tutta Europa fino al 1540 c.ca.
La balestra di transizione è caratterizzata, oltre che da un teniere in legno, già comune alle balestre medievali, da un potente quanto innovativo (per l'epoca) arco in acciaio che le consentì di competere come arma da guerra con i letali archibugi che all'epoca spopolavano nelle battaglie.
Questo particolare modello era accompagnato inoltre da un "carichino", un attrezzo (in basso nella foto) che fa da leva ausiliare quando il balestriere tende la corda.
Il modello di balestra "Gavinana 1530", da noi riprodotto fedelmente in termini di forma, materiali e prestazioni, si ispira alle balestre manesche usate durante la celebre battaglia che segnò il destino di Firenze.
CARATTERISTICHE:
-Tensione:
200/250 lbs
(A seconda del modello)
-Pressione all'impatto:
200 kg per centimetro quadrato
-Gittata:
Dai 50 m agli 80 m c.ca in tiro rettilineo.
Dai 150 m ai 200 m c.ca con un'inclinazione di 45° c.ca.
-Tiro utile:
40/50m
-Lunghezza:
102 cm
-Peso:
10 kg c.ca.
FOTO
Archibugio
STORIA:
L'archibugio, i cui primi antenati risalgono alla seconda metà del '400, fu una delle armi più temute sui campi di battaglia di tutta europa dal 1500 in poi.
Devastante contro la cavalleria e la fanteria leggera, questa temibile arma può essere considerata come la prima arma da fuoco portatile veramente precisa e affidabile.
Il suo diretto predecessore, lo scoppietto, aveva infatti dimostrato di non essere un'arma in grado di cambiare le sorti di uno scontro, vista la sua grande inaccuratezza e la spiacevole tendenza a risultare pericoloso più per il suo servente che non per il nemico!
L'archibugio è composto da una canna di metallo liscia, di calibro variabile tra i 15 e i 20 mm, montata su un supporto di legno munito di un "calcio" per favorire la mira.
Il meccanismo di sparo, che fu migliorato e modificato nel corso del '500, si contraddistingueva nella sua prima forma per una lunga "S" di metallo (chiamata anche serpentina) sulla quale era incastrata la miccia.
Una volta caricata la polvere a grana grossa, seguita da palla e stoppa, e riempito di polvere fine lo "scodellino", l'archibugiere tirava l'estremità inferiore della "S", facendo finire la miccia calda sulla polvere nello "scodellino" che provocava la detonazione.
Il modello di archibugio in foto è stato riprodotto fedelmente sulla base di quelli usati nella battaglia di Gavinana del 1530.
Le repliche sono funzionanti e da trattarsi come armi a tutti gli effetti!
Devastante contro la cavalleria e la fanteria leggera, questa temibile arma può essere considerata come la prima arma da fuoco portatile veramente precisa e affidabile.
Il suo diretto predecessore, lo scoppietto, aveva infatti dimostrato di non essere un'arma in grado di cambiare le sorti di uno scontro, vista la sua grande inaccuratezza e la spiacevole tendenza a risultare pericoloso più per il suo servente che non per il nemico!
L'archibugio è composto da una canna di metallo liscia, di calibro variabile tra i 15 e i 20 mm, montata su un supporto di legno munito di un "calcio" per favorire la mira.
Il meccanismo di sparo, che fu migliorato e modificato nel corso del '500, si contraddistingueva nella sua prima forma per una lunga "S" di metallo (chiamata anche serpentina) sulla quale era incastrata la miccia.
Una volta caricata la polvere a grana grossa, seguita da palla e stoppa, e riempito di polvere fine lo "scodellino", l'archibugiere tirava l'estremità inferiore della "S", facendo finire la miccia calda sulla polvere nello "scodellino" che provocava la detonazione.
Il modello di archibugio in foto è stato riprodotto fedelmente sulla base di quelli usati nella battaglia di Gavinana del 1530.
Le repliche sono funzionanti e da trattarsi come armi a tutti gli effetti!
-Canna:
Non rigata, diametro 20mm
BANCATA AL BANCO NAZIONALE DI PROVA!!
-Gittata:
150m c.ca
-Tiro utile:
50m c.ca
-Peso:
6/8 kg c.ca
FOTO
Armature
STORIA:
Le armature, da sempre utilizzate nei combattimenti come protezione per il corpo, subì una drastica modificazione nel corso del 1500.
Si passò infatti da una corazza "a maglie" ad una "a piastre", costituita da elmo, gorgiera, petto da botta, spallacci, cosciali, schinieri e guanti.
Il grande successo dell'armatura a piastre durante questo periodo è dovuto al sempre maggior peso che le armi da fuoco andavano conquistandosi nei campi di battaglia.
Questo tipo di armatura infatti garantiva una buona protezione, oltre che dalle lame, anche da balestre e archibugi.
Una prova molto comune per le piastre frontali consisteva infatti di spararci contro un proiettile.
Il segno lasciato dalla palla, in caso l'armatura ne fosse uscita intatta, costituiva la prova, per il soldato che l'acquistasse, della protezione che essa forniva.
L'armatura completa, in ogni caso, era appannaggio dei soli nobili o soldati particolarmente benestanti che potevano permettersene una.
I soldati di più basso rango utilizzavano invece versioni più economiche costituite dal solo elmo e piastre frontali, sufficienti comunque a garantire una notevole protezione.
Le nostre repliche sono riprodotte sul modello di quelle ritrovate sul luogo della battaglia di Gavinana e conservate al Museo Ferrucciano e caratterizzate dai tipici elmi alla fiorentina o "zuccotti".
CARATTERISTICHE:
-Peso:
30 kg c.ca quelle dei picchieri pesanti
40 kg c.ca quella da cavaliere pesante
20 kg c.ca quella da cavalleggero
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